La crisi economica dell’ultimo decennio ha colpito da prima e soprattutto l’edilizia, rivelando come la politica di matrice espansiva sovracomunale degli strumenti urbanistici, sebbene divenuta sostenibile rispetto al passato, fosse ancora sovramisurata in relazione alle dinamiche demografiche e alla domanda di nuove edificazioni. La conseguenza diretta sui territori che non hanno correttamente misurato la facoltà espansiva menzionata è il cosiddetto invenduto, fenomeno assente a Minerbio grazie alle ponderate scelte compiute.
La recente riforma urbanistica regionale è riuscita ad affrontare il fatto e, guardando veramente a un arco temporale di ampio respiro, ha introdotto il principio del “consumo di suolo a saldo zero”, che tradurremo nella pianificazione urbanistica locale dei prossimi anni, attraverso l’approvazione, anche a Minerbio, del PUG (Piano Urbanistico Generale), un unico strumento urbanistico, sostitutivo dei precedenti, in collaborazione con gli altri Comuni di Terre di Pianura e attraverso la stessa Unione di Comuni.
1) Studiare il territorio
Nella redazione del PUG porremo particolare attenzione all’analisi dei vincoli esistenti dati dal territorio, con lo scopo di preservarne il valore testimoniale. Saranno anche condotte indagini e studi di micronizzazione sismica della parte di sottosuolo che interagisce con le strutture di fondazioni degli edifici. Lo scopo è quello di indirizzare le scelte di pianificazione edilizia, verso aree con caratteristiche geotecniche tali da conseguire più agevolmente e utilmente gli standard delle Norme Tecniche per le Costruzioni.
2) Recupero edilizio del costruito
Attraverso il moderno principio del consumo di suolo a saldo zero, porremo attenzione al recupero dell’edilizia privata e pubblica esistente, soprattutto nel perimetro dei centri urbani, e in subordine anche in ambito rurale, con lo scopo di recuperare le diverse corti coloniche caratteristiche del tessuto produttivo agricolo del 900, senza per questo deturpare il territorio rurale con incoerenti e gravose micro urbanizzazioni sparse.
La rigenerazione urbana dovrà focalizzarsi in primo luogo sulle zone urbanizzate con destinazione disomogenea, che sempre più spesso innescano conflittualità antropiche tra proprietà adiacenti a diverso utilizzo. Il recupero degli edifici appartenenti ai centri storici dovrà essere incentivato mediante la riduzione di taluni standard edilizi particolarmente limitativi nel processo di rigenerazione, a favore di altri che possano consentire allo stesso tempo di migliorare la qualità urbana a intervento di riuso ultimato. Si cita a titolo di esempio: l’accessibilità ciclo-pedonale in sostituzione di quella carrabile.
3) Strumenti attuativi: riuso della capacità edificatoria
Strategico per la gestione del processo, soprattutto nei casi di rigenerazione mediante sostituzione dei tessuti urbani, è l’implementazione dello strumento del trasferimento della capacità edificatoria. Da utilizzare innanzitutto per innescare il processo di riuso dei suoli con destinazione incoerente e densamente costruiti, attraverso il trasferimento di parte del diritto edificatorio posseduto, anche sul territorio periurbano, nella misura necessaria all’equilibrio economico dell’intervento e comunque nel limite risultante dal saldo zero di suolo edificato.